DOMANDE e SOLLECITAZIONI amorevoli – Gianni Mimmo

DOMANDE e SOLLECITAZIONI amorevoli – Gianni Mimmo

Sbattersi e suonare davanti a 4 individui, editare cdr dalla tiratura di 50/60 copie. Perché fai questo?

la musica è una cosa a cui appartengo. ho vissuto un tempo in cui gli individui non erano 4 e talvolta anche ora non sono 4. ma talvolta sì. non edito cdr, ma cd in 500 copie. questo è ancora più grave. esiste un aspetto documentativo e un aspetto relazionale che valgono lo sbattimento. inoltre se ho rigore e mi guardo quando è difficile, è come se comprendessi che è la musica che mi dice, più che il contrario.

Per il piacere dell’amplesso occasionale?

– non credo, raramente mi diverto, suonando. io cerco un certo disagio.

Per irrisolte problematiche d’ego?

– ho un ego troppo grosso per rispondere

Accogli nel tuo mondo, l’idea che, fare arte, abbia una valenza terapeutica?

– nel modo più assoluto: no. ma c’è stato un tempo per me in cui lo è stato. ma ora non più. il risultato può essere interessante, ma l’aspetto consolatorio ha una gittata molto limitata. credo sia una questione di responsabilità, anche. perché mai dovrei chiedere a qualcuno di stare a vedere che mi curo mentre suono?

Perché suoni dal vivo?

– perché è un angolo stretto e trovo soluzioni e condivido e credo sia una funzione sociale  ancora più necessaria oggi. ma è molto difficile, in un momento in cui la fruizione è così sottratta e televisiva. ma credo sia anche un compito.

Perché dal vivo esisti? – esisto anche quando non suono dal vivo.

Perché sei vivo? – ho visto molti morti dal vivo

Consideri esistenza questa condizione? – Sì

Sei indulgente con te stesso?

– No. ma posso esserlo. verrà il tempo per dondolare le gambe e guardare.

L’attuale condizione dell’essere musicista, nella dimensione produzione e nella dimensione performance,  ti crea un senso di spaesamento e d’isolamento?

– considero essere spaesato un valore, credo che sentirsi straniero in ogni luogo sia uno dei miei più forti convincimenti. L’isolamento è una condizione che talvolta è dolorosa, ma non si può avere sempre la parte bella. se c’è vento freddo, la pelle diventa dura, davvero siamo poca cosa..

Quale esigenza, ti porta oggi a considerare necessario il fattore produzione e live?

– diciamo che si tratta di segnare questa molteciplità. di fare vibrare dei nodi di una rete esterna in modo consono ad una interna. vedo molte scintille e mi sembra che talvolta un fuocherello lo si può pure tentare!

Che valore ha la tua performance in termini di qualità e onestà?

– la mia performance mi svela e stabilisce una possibilità, un angolatura. credo in una geometria, una specie di separazione. io credo in una musica in cui succede qualcosa, senza nascondimenti. voglio deciderla fino a che lei decide me.

Che storia vuoi lasciar di te? …hai in mente un orizzonte, un percorso, oppure… …no?

– non c’è storia, solo una complessità di segni. ho una serie di percorsi e un debole per gli elenchi. a me piace che si veda il lavoro. in fondo sono un tecnico.

Sei sicuro che l’esposizione a scopo terapeutico, non ti generi un panico da esposizione e da aspettative continuamente deluse?

– non c’è terapia, come dicevo. circa la delusione: sono molto vanitoso e ho qualche callo

Il sistema che conoscevi e conosciamo è in agonia conclamata da tempo:
Fai finta di nulla? – impossibile

Non ti poni il problema? – non faccio che pormi il problema

Come lo affronti?

mi do da fare. stop crying. ogni tanto stacco lo sguardo e davvero proprio mi sembra una situazione che ha de comico. ma tengo duro e elaboro strategie, che normalmente e continuamente affilo, ridimensiono. lavoro con ciò che ho.

Con quali astuzie diffondi cultura?

– io credo nella possibilità degli incontri. metto in relazione cose lontane. con attenzione. non basta accostare per comunicare. attenzione, cura, sincerità. rapidità nel’ analisi e disincanto.

Data la condizione comatosa dell’insieme, di nuovo, cosa ti induce a credere di esistere?

non esiste un insieme, non c’è appartenza. in italia in modo particolare. ma assicuro di esistere al mio meglio. scegliere.

Fai resistenza? -anche

Lasci scivolar via tutto? -no

Non te ne curi? -me ne curo, talvolta troppo.

Accade spesso di relazionarsi con l’esterno con usi e costumi prossimi al mondo del rock. Cioè, tutti noi, quando abbiamo due date di fila, facciamo un po’ di booking per creare un piccolo tour.
Tutto questo casino di telefonate e mail porta davvero dei risultati?

i risultati ci sono, è la loro gittata che è breve.

Come sviluppare proprie strategie di relazione?

non pensare in modo autoreferenziale, pensare a una ricaduta sociale. responsabilità del proprio fare. per questo non credo nella autoterapia dell’arte.

Hai scelto la frontiera, bene. La maggior parte dei suoni che produci ti tiene fuori al freddo, non è accogliente.
Ascoltare certe cose non nasce da una naturale pulsione, è una questione di tempo ed educazione, si tratta d’imparare a decifrare segni e silenzi; mica cazzi.
Perché, uno se le va a cercare?

– ho 54 anni e posso assicurare che è la musica che ha cercato me. le declinazioni sono molte. credo che farei sperimentazione anche se facessi l’idraulico.

La frattura tra artista e resto dell’universo è colmabile? Puoi proporre una mappa che ci/ti spieghi?

l’artista contemporaneo corre ad un appuntamento a cui sa per certo non arriverà in tempo.

la frattura è il senso del ‘arte stessa, se non ci fosse questa frattura non ci sarebbero domande. Pollock non esisterebbe senza la frattura. la distanza deve rimanere incolmabile. l’arte non è una soluzione. è cercare una soluzione. è un atto. “art is made for trouble, science reassure” George Braque.

Fai diventar storia i tuoi perché, i tuoi come e i tuoi gesti. Come li vorresti rappresentare idealmente?

– rispondo con la stessa frase usate recentemente in una intervista estera:

“something moving from silence to sound, sometimes watching backward, sometimes stopping and starting a deep inside listening, someone telling a story, but suddenly being surprised by his own words, so moving from sound to silence, sometimes watching forward, sometimes running and forgetting to have something to say.”

PROVOCAZIONI ISOLATE

Non si avvista orizzonte né punto d’approdo, stante ciò: perché ti ostini a produrre?

– non mi ostino, lo faccio quando sono sicuro ci sia della bellezza

Sei ricco? -no

Sei un mecenate? -no

Lo sai che suoni sempre nei soliti tre posti e prendi 50 euro a data come un manovale?

– veramente non suono nei soliti tre posti. meglio un ottimo manovale che un pessimo musicista. certe volte niente, certe volte tanto. sono tempi cattivi.

EPISODICHE RIFLESSIONI

Faccio quel che faccio, domandandomi se esisto… Siamo isole? …distanti e incompatibili?

– a me non interessa tutto quello che accade in un’altra isola, ma è molto importante che trovi  e possibilmente comprenda se la relazione nella sua completezza (anche nell’incompatibilità) sia vera.

TUTTO IL CASINO PER…

Esplicitare una storia, la nostra.
Collettiva.
Dire di gesti, pensieri, movimenti, che altrimenti andrebbero persi.
Di volti occasionali che ne hanno fatto parte un istante, di altri, sempre in prima fila, ad azionarsi ed azionare.
Proviamo a diventar materiale didattico di repertorio, mica solo un ricordo sbiadito per pochi.

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GIANNI MIMMO
Soprano sax and composer in the fields of jazz and
experimentation for over 25 years in his own original projects
with highly disparate groups working on relationship between
music-text and music-image.
The treatment of musical timbre and of advanced techniques
on the soprano sax, to which he has monastically dedicated
himself, have become the distinguishing features of his style.
His work mainly focuses in relationships among distances,
essentiality,sincerity and his productions have been
excellently reviewed by international magazines and webzines.
His current projects include collaboration with musicians as
John Russell, Jean-Michel van Schouwburg, Hannah Marshall,
Lawrence Casserley, Martin Mayes, Gino Robair, Damon Smith,
Scott,R.Looney, Kjell Nordeson, Gerard Uebele, Chino Shuichi,
Nicola Guazzaloca, Xabier Iriondo, Gianni Lenoci, Enzo Rocco,
Angelo Contini, Stefano Pastor, Stefano Giust, Cristiano
Calcagnile, Harry Sjöström, Marcello Magliocchi and with
dancer Marcella Fanzaga, video artists, and poets as well.
He extensively tours in Europe and USA invited at
International festivals and venues and runs the indie label
Amirani records.
www.amiranirecords.com

www.myspace.com/giannimimmoamirani

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